Esiste lo stile inglese?
Il rum, oggi considerato un distillato dal fascino esotico e complesso, affonda le sue radici in una storia fatta di sperimentazione, segreti e genialità improvvisata. Nel XIX secolo, con il declino della redditività della canna da zucchero, il rum divenne un’ancora di salvezza economica per molte piantagioni britanniche, trasformandosi in un’industria altamente lucrativa. Ma dietro il suo successo si celava un mondo caotico e privo di regole precise.
Durante le prime fasi della sua produzione, la scienza della fermentazione, per esempio, era ancora un mistero. Nessuno aveva una conoscenza approfondita dell’azione microbica o della maturazione del lievito, elementi fondamentali per ottenere un distillato di qualità. Non esistevano manuali o trattati dettagliati, e ogni distillatore si trovava costretto a sperimentare metodi propri, basandosi su intuizioni tramandate più che su conoscenze scientifiche.

Una risposta
Nel 1875, il proprietario di una piantagione britannica, R. H. Burton (1875, p. 593), annotò una conversazione con un piantatore e un anonimo distillatore che faceva notare come “questi processi venissero eseguiti interamente su un piano in ogni particolare alambicco… senza avere una guida scritta o didattica da seguire, cosa che ci si poteva aspettare, ma con risultati diversi da ogni distilleria”.
Questa mancanza di standardizzazione diede vita a un panorama produttivo estremamente eterogeneo. Il tempo di fermentazione della melassa, l’uso degli ingredienti e i sistemi di riscaldamento cambiavano non solo da un coltivatore all’altro, ma anche tra piantagioni vicine e persino tra diverse isole caraibiche. Ogni produttore affinava il proprio metodo, spesso custodendolo gelosamente come un segreto di famiglia.
Tale diversità, anziché rappresentare un limite, divenne la ricchezza stessa della produzione del rum. Nel corso del tempo, il continuo perfezionamento delle tecniche e i progressi tecnologici contribuirono a definire stili unici, profondamente legati alla geografia e alla cultura dei luoghi di produzione. Ancora oggi, questa eredità si riflette nelle molteplici sfumature aromatiche che distinguono i vari rum, rendendo ogni bottiglia il risultato di una storia secolare fatta di ingegno, esperimenti e, soprattutto, passione. Ecco perché oggi non ha così tanto senso parlare di stile inglese per i rum prodotti nelle ex colonie britanniche.